LA SPAGIRIA

Pubblicato da Damiano Checchin il

la spagiria

La spagiria è la messa in pratica dell’Arte Alchemica mediante la preparazione di tinture vegetali o metalliche e nell’estrazione di sostanze da minerali, animali e vegetali.

Attraverso particolari procedimenti si ottiene l’evoluzione della materia per purificarla ed esaltarla e, il suo approntamento, è basato su processi naturali dai quali si tende a distillare dalla materia la quintessenza, la cui costituzione è potenziata così da renderla assimilabile dall’essere umano.

Ora viene naturale domandarsi la differenza tra una comune tintura estratta da una pianta e una preparazione spagirica.

La tintura è una semplice macerazione di una pianta, spesso medicinale, in soluzione alcolica (solitamente 60°) mentre, la preparazione spagirica dischiude la pianta, separando alchemicamente i suoi componenti primordiali (Mercurio, Zolfo, Sale), riunendoli nuovamente in una combinazione intima (circolazione).

Il procedimento si basa sul grande Segreto Vegetale, detto Entità Primordiale (Primum Ens) o Volatilizzazione del Sale.

IL LABORATORIO SPAGIRICO

la spagiria

La spagiria ha l’esigenza di predisporre un laboratorio alchemico.

Il luogo dovrà essere ben ventilato e ben illuminato e, cosa molto importante, i materiali e gli utensili usati dovranno essere conservati in modo che non possano nuocere a nessuno.

Bisognerà altresì etichettare i contenitori dei prodotti chimici in modo da identificarne il contenuto per non creare confusione.

Avremo bisogno di un banco da lavoro, preferibilmente di legno con copertura di formica e di recipienti in cui stivare i materiali. Ci procureremo delle fonti di calore poiché, senza il fuoco, non vi sarà alcuna trasformazione della materia.

Il fuoco è lo Spirito Trasformatore dell’Alchimia.

Un tempo, per procurarsi la fonte di energia termica, si utilizzava il carbone e vi si costruiva l’Anathor in funzione di esso: oggi possiamo utilizzare il gas poiché più pratico, pulito e regolabile.

Alcuni maestri escludono l’energia elettrica come fonte di calore, dicendo che trattasi di energia di origine artificiale in grado di alterare i risultati o d’influenzarli.

Personalmente trovo che l’elettricità abbia comunque origine da fenomeni naturali e la sua temperatura può essere regolata con grande precisione, utilizzando dispositivi piccoli e leggeri.

Ci sono “digestioni” e “circolazioni” che richiedono più di una settimana per realizzarsi (come nel Terzo Lavoro della Via Alchemica) e, il forno, dovrà essere in funzione per tutto questo tempo.

L’ALAMBICCO

la spagiria

La spagiria prevede l’utilizzo di un alambicco, essenziale per fabbricare gli spiriti, importanti in questa raffinata arte.

In taluni casi si potrà utilizzare un alambicco di rame tuttavia, quando si dovrà effettuare una distillazione di spiriti acidi, l’alambicco dovrà essere di Pyrex, con una capienza di almeno due litri. Essendo difficile da reperire, bisognerà affidarsi a un maestro vetraio in grado di fabbricarci un distillatore di vetro, resistente alle alte temperature.

LA CUCURBITA

la spagiria

La cucurbita è un pallone con il fondo sferico o conico, conosciuta con il nome di Erlenmeyer munita di un elmo che crea una concavità dove andranno a depositarsi i liquidi una volta condensati.

Si dovrà adattare un tubo conico di circa 25 cm di lunghezza nella concavità dell’elmo così che il liquido condensato possa scorrere all’esterno. Alla punta del tubo conico si dovrà porre un connettore levigato come al collo della stessa.

DISTILLARE GLI OLII ESSENZIALI

la spagiria

Gli oli essenziali possono essere distillati unicamente da piante che li contengono come il rosmarino, il cipresso, l’anisetta, l’eucalipto, la camomilla, la menta, la lavanda, il timo, eccetera.

Una delle più semplici piante da distillare è l’eucalipto poiché è molto semplice estrarne l’olio essenziale, contenendone fino al 3%.

Tagliate alcuni rami, rimuovendone le foglie. Mettetele nell’alambicco, fino a raggiungere l’altezza del collo della cucurbita. Mettete la cucurbita sul fornello versando tre litri di acqua di sorgente sulle foglie.

Disponete il termometro, il cono di protezione e l’elmo, applicando del silicone su tutti i giunti. Adattate al becco un riduttore munito di un foro di areazione, collegandolo a un matraccio (destinatario) con fondo piano.

Riscaldate alla temperatura di 50° per un’ora e, solo allora, aumentate la temperatura fino a raggiungere i 100°.

Dopo qualche tempo potrete notare delle minuscole goccioline di olio essenziale che correranno in fondo la gola, raggiungendo il matraccio insieme all’acqua distillata.

Quando avrete distillato 30 ml di olio essenziale lo rimuoverete con una siringa, attraverso il collo del matraccio, riponendolo in un’ampolla di vetro, sigillato e al riparo dalla luce.

LO SPIRITO DI VINO

la spagiria

Senza spirito di vino, la spagiria non potrà mai compiersi.

Alcuni operatori impiegano distillati di liquori o di alcol commerciale tuttavia, questi concentrati, potrebbero contenere prodotti chimici come conservanti e coloranti, rendendo il lavoro inutile.

Spagiricamente parlando, c’è una differenza abissale tra un etanolo commerciale e quelli acquistati in una farmacia o ricavati dallo spirito di vino naturale.

Lo spirito di vino, nella scala dell’evoluzione vegetale, è il più perfetto dei mercuri vegetali poiché, oltre a contenere alcol etilico, include l’olio essenziale delle uve, conforme alla sua natura.

Possiamo affermare che non esiste nessun tipo di alcol, paragonabile allo spirito di vino, ed è per questo motivo che viene prescritto nelle preparazioni spagiriche per raggiungere la maggior efficacia possibile, non ottenibile con altri distillati.

DISTILLARE LO SPIRITO DI VINO

la spagiria

Per la distillazione dello spirito divino avremo bisogno di un alambicco da sei litri, a fondo piano con un breve molato femmina e con un elmo da due litri con un collo breve molato, una gola e un becco.

Il destinatario sarà un matraccio sferico da due litri con un lungo collo. Tra il becco tubolare, l’elmo e il destinatario sarà messo un adattatore con un foro di areazione.

Versate 5 litri di vino nella cucurbita, collocando l’elmo e il destinatario con l’adattatore, applicando silicone in tutti i giunti. Lasciatelo qualche tempo “digerire”, con fuoco basso, temperatura di 40° e quindi distillare a 80°.

Quando si è distillato un litro nel destinatario gettate il flegma che rimane nella cucurbita dove potrete estrarne i suoi sali.

Lo spirito distillato avrà circa 45° che andrete a versare in una grande bottiglia di vetro ben sigillata.

ESTRAZIONE DEL SALE DALLE PIANTE

La spagiria prevede l’estrazione dei sali dalle piante.

Prendete cinque chili di rosmarino o di altra pianta a vostra scelta, facendolo seccare al sole per poi bruciarlo su una piastra di ferro.

Raccogliete le ceneri, ponetele in una pentola di ferro, posizionandola su una stufa a gas.

Regolate la stufa per ottenere un calore molto alto, calcinate le ceneri per un’ora, mescolandole costantemente (utilizzate un cucchiaio in acciaio).

Quando le ceneri saranno grigio chiaro, versate 750 ml di acqua piovana in un fiasco a bocca larga, aggiungendo le ceneri un po’ alla volta.

Se le ceneri sono state correttamente calcinate, l’acqua di liscivia sarà limpida e trasparente: in caso contrario avrà il colore del tè.

In un altro fiasco mettete un imbuto di vetro con un coperchio di cotone e decantate l’acqua. Aggiungete le ceneri all’imbuto risciacquandolo con dell’acqua piovana.

Versate il liquido in un contenitore di porcellana mettendolo in un bagno di sabbia che era stato precedentemente posto nel forno. Quando l’acqua evapora, il sale dissolto inizierà a cristallizzarsi, formandosi una pellicola sulla superficie del liquido che impedirà l’ulteriore evaporazione dell’acqua. Dovrete mescolare bene.

Quando l’acqua sarà completamente evaporata il sale risulterà bianco come la neve.

CONCLUSIONI

Nell’articolo “La Spagiria” ho cercato di dare alcune rudimentali indicazioni, relative a questa complessa disciplina. Auspicherei che il lettore si appassionasse, facendo in modo che, egli stesso, si documentasse sulla strumentazione necessaria e sui peculiari procedimenti che la caratterizzano.

Mi auguro di averlo spronato in tal senso, stimolandone il desiderio di provare le tecniche e di farle proprie.


1 commento

Iva · Agosto 4, 2022 alle 7:31 pm

Grazie un articolo molto stimolante

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.