LA MAGIA RITUALE

Pubblicato da Damiano Checchin il

la magia rituale

Il principio primo della scienza magica consiste nel concepire l’universo in stretta relazione con l’uomo e con gli dei che vi abitano, mediante la magia rituale.

Il ritualista non concepisce il cosmo come un’accozzaglia disordinata di enti diversi e senza rapporti reciproci. Egli considera l’universo come un corpo umano con i suoi organi interni, legati uno all’altro, tanto che agire su di uno significa provocare effetti anche sugli altri.

Come dall’unione di tutti gli organi nasce l’uomo, essere unico dotato di caratteristiche peculiari, così dall’unione di tutti gli organismi dell’universo nasce una Cosa Unica, provvista a sua volta di caratteristiche singolari.

Per il Magus, questa Cosa Unica (l’universo con tutto ciò che contiene) è Dio.

L’Universo-Dio è il Macrocosmo mentre l’uomo è il Microcosmo, espresso nel simbolismo della stella a sei punte e nella sua aggregazione, a ricordarci una connessione indissolubile che riporta alle origini della creazione.

Bisogna pervenire alla coscienza di questo Essere Unico accrescendo, mediante un processo di espansione spirituale, la sua singolarità sino a percepire tutti gli aspetti eterogenei, tuttavia contestualizzati, di questo sistema e, contemplandoli nella loro indifferenziata totalità, imparare a dominarli.

La magia rituale permette d’intuire che tutte le cose sono aspetti di un singolo fenomeno e, nel Microcosmo, si attenua e si sintetizza il Macrocosmo, riconducibile a Dio.

Quando il Magus assimila perfettamente il rituale senza commettere errori, egli diviene Uomo Completo, elevandosi al di sopra degli Angeli, giungendo all’Archetipo stesso con il quale diviene co-creatore e nulla gli è più irrealizzabile.

LE FORZE MAGICHE

la magia rituale

In un singolo individuo la sua personalità, il suo carattere e il comportamento sono determinati dalla mediazione di inclinazioni differenti: amore, odio, istinto di conservazione, autodistruzione, eccetera.

In questo corpo scorrono i flussi di fondamentale importanza per la sua vita anche se non immediatamente riconoscibili: la corrente sanguigna, gli impulsi nervosi, le complesse relazioni biochimiche su cui si basa il funzionamento degli organi.

Nell’organismo universale si manifesta un qualcosa del tutto simile a quello del corpo umano poiché la sua struttura è percorsa da forze misteriose che ne condizionano il funzionamento.

Queste energie sono straordinarie (in senso fenomenologico) e metafisiche: esse sfuggono a ogni classificazione sotto categorie come lo spazio e il tempo, fluendo in ogni fibra dell’Essere Unico, essendo sostanza della sua intima coesione.

Il ritualista deve saper dominare tali energie come facevano le popolazioni leggendarie in un’epoca mitica detta “Età dell’Oro”. Questi uomini, in seguito ad avvenimenti a noi sconosciuti, persero tali conoscenze.

Le stirpi umane successive, tuttavia, raccolsero il riflesso del primo splendore, tramandando il ricordo delle Forze Magiche, attraverso le immagini dei loro dei.

Un esempio concreto è la forza dell’amore vivificante, principio rigenerativo dell’universo, rappresentato dall’Isthar dei Babilonesi, dall’Afrodite dei Greci e dalla Venere dei Romani,

La magia rituale suddivide queste forze in sette categorie, quanti i pianeti del Macrocosmo e i centri del corpo sottile (Chakra) del Microcosmo.

Il ritualista dovrà imparare ad avvertirne il fluire, sia all’interno che all’esterno del suo corpo.

Per imparare a dominare e a sfruttare queste energie egli si aiuterà con la simbologia, i riti, le cerimonie per entrare in comunicazione con esse e deviarne il corso nella direzione stabilita.

Tre sono le facoltà che il Magus deve possedere per riuscire nella sua poderosa opera:

Un incrollabile Volontà, una malleabile Immaginazione, e un grande Potere di Concentrazione.

Le forze con le quali entrerà in collegamento non saranno benefiche o malefiche, piuttosto dotate di una polarità positiva e negativa da utilizzare secondo le circostanze.

LA MAGIA RITUALE

la magia rituale

Nel tentativo di dominare le attrazioni universali, l’operatore farà appello alle Leggi del Cosmo.

Leggi che, naturalmente, non sono quelle fisiche ma che hanno un significato più profondo e molto condizionante.

I legami che caratterizzano Macrocosmo e Microcosmo, gli consentono, operando con particolari ritualistiche, di ottenere determinati effetti sulla materia.

Lo stregone che, costruita una bambola di cera raffigurandola con le caratteristiche del suo nemico, la battezza chiamandola con il nome del malcapitato, gettandola nelle fiamme convinto di recare un danno, non fa che sfruttare due importanti leggi magiche: quella della Magia Imitativa, secondo cui se si agisce in un certo modo si inducono le Forze Magiche ad agire nella medesima maniera e quella del Legame Magico per la quale fra la “cosa” e la “rappresentazione della cosa” non esiste differenza.

La bambola chiamata con il nome del nemico è il nemico stesso e, per rafforzare questo legame, si usa incorporare nel feticcio frammenti del corpo che questa raffigura, come le unghie e i capelli: ciò serve meglio a dirigere l’azione delle “energie magiche” ridestate dalla Magia Imitativa.

Per condurre le forze occulte ad agire in un determinato contesto, il ritualista è obbligato a operare seguendo delle regole fisse che stabiliscono tempi, modalità e le sequenze dei suoi atti.

In questo modo si elabora una cerimonia, un rito inteso a esaltare al massimo il potere che si catalizza sia in lui che fuori da lui, per dirigerlo secondo la sua Volontà.

Le più inquietanti di queste cerimonie sono quelle che usano la magia rituale nelle quali, le forze magiche, vengono direttamente evocate in forma di spiriti o di demoni, per dare loro ordini o imporre compiti. Tale magia è antichissima ed estremamente pericolosa se non si padroneggia alla perfezione la tecnica per il suo corretto utilizzo.

CONCLUSIONI

Le cerimonie magiche e la magia rituale in genere, non sono la profanazione dei riti religiosi come soventemente si crede, operate nel tentativo d’ingraziarsi qualche forza ostile e refrattaria per assicurarsene i servigi.

Al contrario, sono rituali per attirare emanazioni da un Dio Universale, stimolando il potere necessario per controllare le personificazioni delle forze occulte.

Il loro significato è essenzialmente simbolico e la loro funzione è di elevare al massimo il “furore mistico” del Magus, operando attraverso complessi rituali e pronunciando formule magiche per sottolinearne il potere evocativo, sino al punto che la forza raccolta in lui, giunga a manifestarsi nella realtà in forma sensibile con intelligenza propria.

Questi riti sono antichissimi, praticati in Egitto, Caldea, Mesopotamia, come testimoniano frammenti archeologici in cui si leggono formule magiche e descrizioni di cerimonie.

Dagli scrittori greci e latini abbiamo appreso che, tali attività, erano diffuse nelle civiltà classiche e, in tempi più recenti, arrivarono in Europa i rituali ebraici, portati dal popolo d’Israele dopo la diaspora.

Durante tutto il medioevo, il romanticismo e sino all’illuminismo erano largamente attuate, come appare da migliaia di manoscritti, diventati il corpus dei rituali magici più importante che possediamo nelle biblioteche occidentali.

Prima di concludere, proseguendo con un nuovo articolo di prossima pubblicazione, ricordiamo ai nostri lettori un concetto importante:

Il coltello è un oggetto inanimato che può servire per procurarsi il cibo ma che può anche uccidere una persona, se usato in maniera inadeguata. Quindi è l’uso che se ne fa che lo rende “buono” o “cattivo” e non la sua caratteristica intrinseca.


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