IL PRINCIPIO DI VERITÀ

Pubblicato da Damiano Checchin il

il principio di verità

Nell’esoterismo vige una regola chiamata Il Principio di Verità.

Gli esseri umani sono angosciati da un innato bisogno di “sicurezza” e cercano in ogni modo di ottenerla come se fosse l’unico scopo della loro vita.

Non si parla unicamente di sicurezza materiale ma altresì di un stato interno che protegge l’uomo nella sua affettività e nelle sue emozioni.

Tuttavia è questa insicurezza permanente che ci spinge a realizzare innumerevoli azioni, molto spesso senza senso, celeri a portarci alla deriva e al conseguente fallimento.

La chiave dell’esistenza umana consiste nel conoscere il principio di verità ciò nonostante, dove si trova questa verità che dovrebbe renderci felici e completi, spazzando via ogni dubbio sul nostro futuro?

Scienza e religione cercano di comprendere il mondo, ognuna a proprio modo, per aiutarci nel difficile compito di “capire” e di spiegare ciò che, in realtà, è impossibile da afferrare con i nostri sensi limitati.

Ragionevolmente, la ricerca della verità nella religione è più soggettiva laddove, le esperienze mistiche e spirituali, si rivelano esclusivamente allo sperimentatore mentre, nella scienza, la linea guida è puramente mentale e concreta.

Lo scienziato basa le sue percezioni nel mondo dominato dai cinque sensi e il suo lavoro investigativo sarà limitato dall’uso degli strumenti e dai materiali utilizzati.

Possiamo trarre delle conclusioni in tal senso: non esiste solamente lo Spirito ma anche la Materia e le due posizioni – religiosa e scientifica – sono incomplete poiché, ambedue, necessitano di una corretta comprensione e di un corretto svolgimento nella vita e nella percezione dell’uomo.

Se analizziamo esotericamente la questione Spirito e Materia essi si caratterizzano come unica entità poiché lo spirito è materia sublimata e la materia è spirito concretizzato.

La realtà è che tutto si forma per mezzo dell’energia, forza cosmica in costante movimento e trasformazione che passa da uno stato all’altro incessantemente. In questa simbiosi si potrebbero unire scienza e religione dacché risultano parti di una medesima ricerca, provenienti dallo stesso Creatore.

COME POSSIAMO RAGGIUNGERE IL PRINCIPIO DI VERITÀ?

il principio di verità

Come raggiungere la Verità se essa non è materiale e nemmeno mentale?

L’approccio ai misteri della vita si ottiene con un atteggiamento di umiltà, lasciando che l’intuizione possa guidarci a un livello di comprensione superiore.

Tale atteggiamento lo si ottiene attraverso la meditazione, per mezzo della simbologia e, seguendo tale criterio, è doveroso citare l’iconografia espressa dalla lama IX dei Tarocchi di Oswald Wirth: L’Eremita:

Egli è un signore già avanti negli anni (saggezza) che, con il suo incedere allentato ma sommamente sicuro e accompagnato dal suo bastone, rischiara la strada con una lanterna, in parte coperta da un fitto mantello che lo avvolge.

Per cercare il principio di verità egli deve isolarsi dal mondo, meditare sulla creazione dell’universo e passare una parte della sua vita da asceta, aiutato nella sua ricerca dalla Luce Divina che illumina la sua mente.

Solo allora, il serpente al suo fianco simboleggiante i misteri trascendentali che per l’uomo comune sono impenetrabili e pericolosi, si attorciglierà nel suo bastone (misteri dominati) come la dirompente forza della Kundalini che, partendo dal primo chakra, si avvolge attorno alla spina dorsale per giungere al Sahasrara e librarsi all’infinito.

Una mente analitica, uno spirito critico, un cuore intuitivo e un’anima in costante attenzione, aperta alla rivelazione, sono gli atteggiamenti necessari per giungere alla Soluzione del Mistero.

LA PIETRA DELLA CREAZIONE

il principio di verità

Per l’esoterista esiste un “Pensiero Divino” paragonabile alla messa in opera della prima pietra per costruire l’edifico.

Questa “pietra” è un pensiero mantenuto nella mente del Creatore che prende forma con il cambiare dell’idea creativa del “costruttore”: questo sta a significare che l’atto creativo è un pensiero che parte da un’intuizione, si fissa nell’idea e diventa realtà tangibile.

Anche in questo caso possiamo citare gli Arcani di Wirth con la sua Papessa (intuizione), l’Imperatrice (fissazione dell’intuizione attraverso l’idea) e l’Imperatore (manifestazione in forma reale per mezzo dell’energia alimentata dallo zolfo).

“Non è l’argilla (pietra) che sceglie la forma da assumere, bensì è il vasaio a plasmarla secondo il suo esclusivo intendimento”.

In questo passo di Geremia è messo in risalto il modo in cui L’Universo si manifesta nella realtà poiché, la sua meravigliosa natura, non gli permette di rimanere immobile ma di agire nella sua creazione, rinnovandola e riplasmandola continuamente:

è il famoso enunciato di Antoine Laurent Lavoisier affermante che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

IL SEGRETO È IL DUBBIO!

il principio di verità

La chiave per apprendere il principio di verità è il dubbio: non dobbiamo credere nella cosa detta semplicemente perché è stata detta, non crediamo nelle tradizioni perché sono state trasmesse dai nostri avi, né negli scritti dei saggi o nelle leggende tramandate oralmente.

Dobbiamo credere quando lo scritto, la leggenda, la tradizione è corroborata dalla nostra ragione e dalla coscienza.

Lasciamoci guidare dall’intuito, dai simboli che dobbiamo imparare a decifrare, facendoci accompagnare dal loro insegnamento dacché sono la chiave per giungere alla comprensione dei Misteri.

La conoscenza esoterica non appartiene a nessuna scuola e a nessun gruppo elitario, la Verità è quel Santo Graal che appartiene per diritto a tutta l’umanità e questa sapienza si trova dentro il nostro spirito e in tutto ciò che è stato creato da Dio.

IL CADUCEO

Ogni manufatto che troviamo in natura possiede in sé la matrice della creazione laddove, nell’uomo, è espressa nel DNA e nella sua struttura a doppia elica.

Ermeticamente parlando, non si rappresenta il caduceo con un bastone nel quale vi si attorcigliano due serpenti?

Esso è uno dei simboli più antichi della storia umana e, tra i Babilonesi, questo simbolo veniva associato al dio Ningishzida.

Ma chi era costui, quale divinità rappresentava?

Egli era il “Signore dell’albero buono” il cui simbolo rappresentava due serpenti avvolti in un albero, anticipatore del caduceo di Ermes.

La particolarità di questa divinità era la sua capacità di creare, replicando il simbolo dei serpenti nel Grande Libro della Vita, per dar forma agli esseri umani (vi ricorda qualcosa il DNA?).

CONCLUSIONI

Nel concludere questo breve componimento cercherò di farvi comprendere che il principio di verità non è altro che lo studio della mente divina nella natura.

Per giungere all’essenza delle cose, bisogna penetrare nell’oggetto che si sta analizzando, non solo attraverso lo studio analitico dello stesso ma attraverso una comprensione metafisica per mezzo dell’intuizione che il simbolo può sviluppare.

Esaminare la simbologia può essere di grande aiuto per avvicinarsi alla comprensione dell’universo e per includere in chiave esoterica la realtà nella quale dimoriamo.


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