PRANOTERAPIA E REALIZZAZIONE DISCENDENTE

Pubblicato da Damiano Checchin il

pranoterapia e realizzazione discendente

La realizzazione discendente è l’aspetto più universale e misterioso della Realizzazione Spirituale.

René Guénon, filosofo ed esoterista francese, nel suo volume postumo “Initiation et réalisation spirituelle” ne parla in modo dettagliato essendo stato l’unico, in Occidente, a trattare la questione in termini appropriati e comprensibili, alla luce dei princìpi metafisici.

Egli parla di “ridiscesa nel manifestato” cercando di descrivere questo aspetto della manifestazione come “aspetto sacrificale” che l’essere umano presenta in questa fase di trasformazione.

LA PRANOTERAPIA COME TRASFORMAZIONE DELL’ESSERE

La tradizione islamica, in particolare il sufismo, considera come realizzazione discendente il Nabi (Profeta) e il Rasul (Messaggero), lasciando da parte il Wali (Santo).

Tuttavia, quest’ultima figura, avendo realizzato l’unione con il Divino (Wukul) può interagire con il creatore per compiere la propria missione divina.

In termini più semplici, per descrivere la correlazione tra pranoterapia e realizzazione discendente si potrebbe dire che, il fruitore dell’energia universale, è colui il quale è entrato in contatto con il Maestro (in questo caso chiamato Profeta).

Egli lo ha introdotto alle tecniche energetiche ermetiche e, il permesso per utilizzare tali energie, è sopraggiunto attraverso il messaggero sacro (Rasul).

Il canalizzatore è diventatoWali (amico di Dio) poiché ha acquisito i “poteri taumaturgici” che gli permettono di utilizzare il fluido energetico (prana) su tutti gli esseri viventi.

CORRELAZIONE CON LA MEDITAZIONE

Se approfondiamo attentamente i testi di Guénon o di Ibn Arabi, che espongono diversi esempi di realizzazione discendente, ci accorgiamo di un particolare interessante:

la meditazione può farci raggiungere un risultato simile, se non identico, a quello proposto dai due autori summenzionati.

Nella Tecnica Pranoterapica MCC la meditazione riveste un ruolo importante per la connessione tra corpo/mente/anima e, solo con l’equilibrio di queste forze contingenti, possiamo attrarre l’energia pranica in modo efficace.

La realizzazione discendente, in questo caso, è la conseguenza di un lavoro alchemico/meditativo svolto dallo studente che, approcciandosi a questa disciplina, ne rivela i segreti, mettendone in pratica i risultati.

Quando, nelle lezioni di MIA (Meditazione Intuitiva di Automiglioramento), insegno la presenza e sensibilizzo i miei allievi a “sentire vibrare dentro di loro l’eterno presente”, non faccio altro che stimolare il loro prana, rendendoli consapevoli della forza suprema ottenibile esclusivamente nell’istante perenne.

IL RITORNO ATTRAVERSO LE CREATURE

Pranoterapia e realizzazione discendente si esprimono con un “ritorno verso le creature” o più esattamente con un “rinvio verso le creature” (at-Raddu ila-l-khalq) che viene spiegato, in modo differente ma concettualmente simile, sia da Guénon che da Ibn Arabi.

Per noi pranoterapeuti questo “ritorno” è l’interscambio energetico che avviene per mezzo dell’Universo, attraverso il corpo umano che funge da catalizzatore, canalizzando e ridistribuendo il fluido magnetico nuovamente nell’etere (in questo caso sulla persona che riceve il trattamento).

Questo “avvicendamento” energetico, rappresentato dall’Ouroboros, e raffigurato da Oswald Wirth nel XV arcano (vedere l’articolo “Simbologia alchemica nella pranoterapia MCC”) è espresso da Antoine-Laurent de Lavoisier nella legge della conservazione della massa e nel suo postulato fondamentale:

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

IL CAMMINO CIRCOLARE

René Guénon, per far risaltare la continuità del processo di realizzazione integrale, lo ha rappresentato come un cammino circolare “ascendente” nella prima metà del lavoro e “discendente” nella seconda meta.

Tale successione gli ha permesso di evitare l’idea del “regresso” portandolo ad escludere un “ritorno indietro”.

Ibn Arabi, per contro, utilizza la parola “ritorno” senza la sfumatura peggiorativa del concetto di “indietro”.

Egli utilizza il simbolismo del Pendio su cui ci si inerpica e, arrivati sulla vetta, si può ritornare “senza scendere dal maqam acquisito”.

Significa che l’uomo, attraverso lo sforzo della vita fisica, viene elevato al rango spirituale per poi tornare, con esperienze già acquisite, a reimparare.

(si noti la similitudine con la reincarnazione laddove le innumerevoli esistenze diventano essenziali per il raggiungimento della conoscenza suprema e della consapevolezza divina).

LO STUDIO DI RENE GUENON

Quello che delinea sapientemente Guénon nelle sue ricerche è la dimostrazione della realizzazione suprema secondo i princìpi metafisici.

Per raggiungere tali risultati bisogna intraprendere un percorso iniziatico che porta l’allievo alla conoscenza delle energie che governano il mondo.

Il pranoterapeuta, in questa indagine, è avvantaggiato poiché utilizza il prana in modo consapevole e, il passaggio energetico attraverso il suo corpo, trasforma la sua natura precipua in quello che gli alchimisti definiscono “trasmutazione alchemica”.

I testi di Guénon ci aiutano, spronandoci, nella ricerca: in realtà lui non parla mai di pranoterapia tuttavia, leggendo tra le righe, si può intuire che esistono importanti correlazioni tra l’energia e la realizzazione discendente.

Noi useremo il suo sapere per sviluppare ciò che ci interessa e, in questo caso, trattasi di pranoterapia e realizzazione discendente.

LA CONOSCENZA ERMETICA E IL TRIANGOLO

Un’aiuto in questa ricerca di pranoterapia e realizzazione discendente ci viene offerto dalla simbologia del triangolo.

Il triangolo è una figura che si colloca tra il cerchio e il quadrato e rappresenta l’entità intermedia tra la sostanza spirituale (raffigurata dal cerchio) e la materia che ricade sotto i nostri sensi (raffigurata dal quadrato).

Esso diviene il simbolo degli Elementi Occulti (Fuoco-Aria-Acqua-Terra) che, trasmutati in sostanza unica, determinano le particolarizzazioni corporizzanti descritte nel volume “Il Simbolismo Ermetico” di Oswald Wirth.

Ogni aspetto del prana non è altro che la risultante di un equilibrio perfetto causato dagli elementi: Essi, opponendosi tra di loro, si controbilanciano per creare l’energia universale.

ESERCIZIO DI MEDITAZIONE SUL TRIANGOLO

Sedetevi osservando attentamente la figura, seguendone le linee con lo sguardo e imprimendone la forma nel pensiero.

Chiudete gli occhi rendendo il triangolo luminoso.

Lasciate che il disegno si dissolva all’interno della vostra mente, percependo l’energia universale mentre si distribuisce nel corpo.

Visualizzate questa energia di colore chiaro e brillante, composta da infiniti e impercettibili triangoli, penetrare nei pori della vostra pelle per rigenerarvi, rendendovi forti e luminosi.

Ora aprite gli occhi rimandendo in silenzio e concentrati per qualche minuto.

CONCLUSIONI

Mi rendo conto che l’argomento trattato in questo articolo non sia di immediata comprensione, specialmente per i neofiti che si approcciano alle materie ermetiche.

Quello che a me interessa è di spronare il lettore a fare una ricerca interiore approfondita, per renderlo consapevole delle tematiche ermetiche, spesso volutamente occultate.

Sono del parere che la conoscenza debba essere per tutti tuttavia, per essere produttiva, debba essere meritata.

Il Merito è ottenibile per mezzo della Volontà Individuale: trattasi di quella spinta energetica “magica” che ci permette di ricercare l’autenticità, attraverso un percorso iniziatico, alla scoperta di una nuova realtà, difficilmente fruibile senza la Consapevolezza.

Con l’articolo “pranoterapia e realizzazione discendente” auspico che il mio lettore alleni la Volontà per arrivare a Dio e ai piani superiori di coscienza, creati espressamente per la sua evoluzione spirituale.


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